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Posts Tagged ‘CavallerizzaReale’

MAX²

poster

da Claire Dowie

con Elena Cascino e Carlo Alberto Cravino
adattamento e regia Giulio Maria Cavallini
costumi Anna Canale

foto gruppo

Un ragazzo gay e una ragazza bisessuale raccontano in toni esilaranti la propria storia di vita insieme ai tempi degli studi.
Lui, determinato a raggiungere il successo e a sistemarsi economicamente sogna la tranquillità della vita borghese; lei è combattiva, rifiuta il sistema, vuole vincere la sua personale battaglia e dimostrare al mondo che è tempo di smetterla con le categorizzazioni.
Il vorticoso gioco di scambi di ruolo, di mascheramenti e di inaspettate rivelazioni, viene danzato dai suoi protagonisti in uno spazio vuoto. L’azione è scandita dal ritmo serrato di un vero e proprio match tra due individui che si attraggono e si respingono con violenza e ardore.
L’autrice racconta la propria biografia con iniezioni di graffiante autoironia, ci invita a riflettere sul concetto di desiderio, che trascende e deve poter trascendere l’orientamento sessuale, politico e religioso.
Le problematiche connesse al gender e all’identità sessuale non sono gli unici contenuti dello spettacolo che tenta di sondare più ampiamente la sensibilità dell’animo umano dimostrando con risa e con profondo dolore quanto sia importante sensibilizzare le persone ad avere più rispetto per il prossimo e a prendere le distanze da quell’atroce parola che è “pregiudizio”.
intestazione trailer foto
foto Nunzio De Nigris

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Elena

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Perché chiediamo di abitare la Cavallerizza

Non è un teatro istituzionale.

Seguendo le orme dell’autrice, una delle figure più anticonformiste del teatro contemporaneo, ci è sembrato doveroso fare la presentazione di questo lavoro in uno spazio della nostra città che fosse distante il più possibile da quelle che sono le classiche istituzioni. Il testo di natura contemporanea sposa alla perfezione un palcoscenico moderno, come quello della Cavallerizza, e si rivolge ad un pubblico altrettanto giovane e disposto al dialogo e alla riflessione.

È inoltre doveroso da parte di tre giovani artisti torinesi valorizzare ciò che la propria città ha da offrire.

Un luogo occupato è occasione di incontro e di pacifica protesta, contro un sistema che ogni giorno sembra fare di tutto per abbattere la crescita della cultura giovane e la sua diffusione.

Ci auguriamo che l’entusiasmo che abbiamo provato nel riadattare un testo così attuale e scomodo venga condiviso allo stesso modo da chi avrà la possibilità di vedere il nostro lavoro.

Il testo si fa portavoce delle nostre ideologie e noi ci facciamo portavoce di un tema che è sempre più urgente affrontare.

 

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